giovedì 14 settembre 2017

Basta Violenza Alle Donne

Non piove ancora.
la speranza sarebbe giusto questa, che ogni lacrima si potesse sciogliere e confondere con quelle che vengono giù dal cielo.
E' difficile descrivere il dolore di un amore che non c'è più. ed è ancora più difficile quando il dolore che si prova è non solo al cuore ma anche al proprio corpo.
E' impossibile pensare che lui, proprio lui, un giorno ti ha dato quello schiaffo a cui ne è seguito un altro ed un altro ancora.
Non te ne fai una ragione, non ci credi e la tua mente lo annulla quasi, lo giustifica, lo cancella fino a che un giorno e un altro ancora la stessa storia si ripete.
Un incontro di sguardi, una fermezza nei suoi occhi che ti dà sicurezza e che scambi con amore e protezione.
E poi, quella gelosia, tiene troppo a te per lasciarti scappare via.
Mi hai detto che nessuno mai mi avrebbe amato più di te, mi hai chiesto di rimanere tutta la vita uno accanto all'altra, e poi, cosa è successo?
Non ti riconosco più e forse tu non riconosci me, eppure sono io, la stessa persona che dicevi di amare, la stessa per cui avresti fatto qualunque pazzia, ed invece la tua follia disumana l'hai scatenata su di me.
Mi hai lasciata moribonda in casa dopo avermi fracassato il cranio, dopo avermi aggredita stringendomi le mani al collo.
Ho solo ventiquattro anni e la vita sembrava sorridermi fino a quel maledetto giorno.. 


TI PREGO LASCIAMI ANDARE


E' buio.
Intorno tutto tace, e se non fosse per questo ronzio assordante che riecheggia nella mia mente, penserei che è stato tutto un sogno.
Eppure no, sento chiaramente un rumore insistente che si insinua nella mia testa partendo dalle mie orecchie, salendo tra le mie vene, scorrendo nel mio sangue.
Il sangue.
Mi sembra di avvertirne l'odore, lo stesso sapore dolciastro che avvertivo da bambina quando soffrivo di epistassi.
Ma non ci sono le braccia di mio padre a confortarmi.
Dovrebbe essere notte, non si spiegherebbe altrimenti il motivo per cui non si sente alcun cenno di vita umana lì fuori, i miei vicini saranno già andati a dormire e, per quanto siano rumorosi, stavolta staranno dormendo proprio profondamente, e con loro anche il piccolo bebè che colora la loro vita.
Si sono sposati da un anno e mezzo circa, lei era incinta e così hanno deciso di tenere il bambino e andare a vivere insieme per condividere la loro vita per sempre.
Per sempre si suppone, ma non è certo ciò che gli potrebbe riserbare la sorte.
Sembrano davvero una coppia felice, e a volte la sera, quando rientrano da fuori dopo una giornata trascorsa in allegria con gli amici, li sento ridere e scherzare prima di coricarsi.
Mi fa un po' di gelosia vederli così felici e uniti.
Anche se ultimamente le cose sembrano andare  peggio, forse il bambino non li fa dormire molto, e questo deve portare necessariamente del nervosismo e della tensione alla coppia.
Ricordo che quando  lui si è trasferito qui al secondo piano non stava ancora con questa bella biondina: è sempre stato un Casanova e ogni sera portava a casa una donna diversa.
Il mio uomo ne è geloso pazzo, tanto che quando lo incontriamo insieme sulle scale non devo neanche salutarlo.
Certo Casanova è un bell'uomo e mi ha attratto da subito, dalla prima volta che l'ho visto, anche se non ho mai pensato ad una vita da trascorrere con un tipo del genere accanto.
Il mio uomo ideale non è un tipo superficiale, deve ricoprirmi di attenzioni, deve sapere in anticipo ciò che desidero per il mio compleanno, conoscere cosa amo mangiare e, perché no, anche venirmi a cercare quando mi nego perché sono imbronciata con lui.
Si, venirmi a cercare, mostrare di essere disposto a fare follie per me, fare il pazzo sotto casa mia, PRETENDERMI. 
(estratto dal libro "ti prego lasciami andare "di Tiziana Bosco)

http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/narrativa/353885/ti-prego-lasciami-andare-2/

martedì 25 luglio 2017

ti ritrovi a sognare

Strana la vita, un giorno ti ritrovi a sognare tra le braccia di quello che credi sia l'uomo della tua vita, ed in un attimo invece ti senti a pezzi e l'unica cosa che vorresti è mettere la testa sotto la sabbia per non vedere e ascoltare più nessuno. 

L'altro giorno dopo aver salutato il mio ragazzo, badate bene, la sera prima si era accennato ad una vita insieme e la notte non avevo fatto altro che pensare e sognare il giorno del nostro matrimonio, mi imbatto in un uomo di un tale fascino e di una bellezza da paralizzarmi faccia e gambe con un semplice sorriso. 

Avete in mente quei momenti in cui il vostro cuore sembra fermarsi e non riuscite quasi più a respirare? 

Basta un fulmine a ciel sereno e tutto ciò di cui eravate sicuri inizia a vacillare e ad insinuare dubbi nella vostra mente e nella vostra memoria. Così cominci a chiederti: sono sicura che ho detto al mio ragazzo di amarlo? Sono certa di non aver manifestato alcuna incertezza quando mi ha donato l'anello di brillanti? E così via per tutto il giorno. Per non parlare poi degli sforzi cercando di immaginare la vostra faccia quando avete incontrato il magico sorriso dai denti splendenti. Avrò balbettato? Avevo un solo capello fuori posto? Il rientro a casa è poi sempre dei peggiori sin da quando cominci a non rispondere alle prime telefonate e fingi che a casa non ci sia nessuno quando la vicina ti cerca per scambiare due parole. E così scalza e silenziosa non puoi neanche mettere su la tua playlist preferita o guardare qualche puntata della tua serie preferita anni novanta. Prendi un libro, quella sarebbe l'occasione giusta, certo se non fosse che l'ultima volta che hai utilizzato gli occhiali ti trovavi in quell'appartamento, si, proprio nella casa della tua infanzia dove hai ficcato il naso pensando non ci vivesse nessuno ed invece sei stata cacciata via a brutte parole da un individuo per niente raccomandabile. E' mia la colpa, sicuramente non avrei dovuto infilarmi in quella casa che non mi appartiene più, ma dopo aver girato per Roma a zonzo sui soliti bus che decido ogni tanto di prendere al volo, mi sono ritrovata per caso proprio lì, difronte al palazzo dell'appartamento della mia infanzia. Avevo deciso quella mattina di gironzolare per la mia città per immergermi tra la gente, scrutarne gli sguardi e le loro vite. Sarebbe stata una giornata normale fatta di sguardi, silenzi, pensieri, ed invece mi ero lasciata travolgere da una maledetta nostalgia che mi aveva portato a scavalcare quel benedetto davanzale e a trovarmi nei pasticci in men che non si dica. 

E' Agosto mi ero rassicurata, la casella della posta era piena zeppa di posta non ritirata e il mio cervello aveva perso colpi convincendomi che i nuovi proprietari fossero in vacanza. 

Ricordo che quella mattina era scoppiato un temporale estivo ed io dopo aver perlustrato le stanze della mia memoria d'infanzia, avevo approfittato anche del bagno e della cucina.

D'improvviso era arrivato quell'uomo, aveva girato la chiave nella serratura della porta d'ingresso  e si era trascinato sulla sua sedia a rotelle sorprendendomi e lasciandomi totalmente di stucco. 

Quando avevo cercato di spiegare e di porgere le mie scuse, questo con occhi furibondi mi aveva cacciata umiliandomi e maledicendomi come se fossi stata una ladra. 

Ero scappata via di corsa lasciando lì la mia pochette del trucco e con questa anche gli occhiali. 

Mi ero sentita devastata da quell'uomo e i suoi occhi ardenti mi avevano appiccicato addosso una cattiva sensazione che mi aveva accompagnata per diversi giorni. 

Però avevo impresso nella mia mente ogni istante di quell'incontro con lui, il suo viso, il timbro della sua voce calda che aveva rimbombato ancora e ancora nei miei timpani e, come se non bastasse, le sue labbra colorite e ben scolpite nascoste appena dalla sua barba, dovevano, per qualche motivo a me ignoto, aver scatenato in me un non so che, una qualche tipologia di immaginazione folle. 

E questo era davvero troppo.

Ed ora, mi trovo in un bel pasticcio come al solito e devo affrontare un grosso dilemma: rinunciare ai miei occhiali (ho deciso) o forse... potrei pensare di rifare un salto alla cara vecchia abitazione, chissà magari il tipo, non è poi così burbero....


lunedì 12 giugno 2017

Città vuota

Arriva l'estate, la senti nell'aria.
Il profumo del mare e dei fiori colorati ci risveglia al mattino e ci culla la notte quando lasciamo le finestre aperte.
La sentiamo l'estate, nonostante la perdita della nostra natura umana che ci farebbe capire dall'odore della terra se fuori ha piovuto invece di collegarci al meteo nazionale, che dico, dell'intero globo terrestre.
C'è fermento nell'aria, tutti si apprestano a fare e organizzare non si sa bene cosa, programmano bagni al mare e gite in pineta, o magari anche un lungo viaggio che li porti via lontano per un mese intero.
Altri invece ci accontentiamo di un'amaca in giardino o anche soltanto di un tavolino con due sedie nel nostro balconcino di casa per ululare alla luna nelle serate più stellate.
Ad un tratto i paesini di mare si riempiono e i pescatori vengono turbati nella loro abituale quiete invernale;
Il rumore degli avventori disturba il loro dialogo con il mare, chissà cosa si confidano, chissà quali sono i loro segreti che sussurrano alle sirene quando lasciando i profondi abissi si affacciano timide.
Così pian piano la città si svuota.
Le strade deserte ci accolgono la sera avvolgendoci in un  silenzio quasi solenne che regala voce ai pensieri.
Ricordo il rientro delle vacanze da bambina, aspettavo ogni anno quel silenzio magico della mia città che mi attendeva immobile, fedele.
I palazzi mi guardavo dormienti schiudendo appena le palpebre e gli alberi sembravano chinare le loro chiome al mio passaggio.
Quegli istanti, quei momenti freschi che cercavo di portare con me su a casa per farne tesoro.
Dove sono rimaste quelle sensazioni di quando le maniche corte le indossavi a fine giugno e le prime ciliegie ammaccate coloravano la tavola di rosso chiaro?
Dove sono le stagioni?
Tutto sembra essersi mescolato in un cocktail inodore dal gusto indistinguibile.
La strada ferrata della mia città è quasi deserta e la stazione abbandonata, custode di sguardi e frasi sussurrate poco prima della partenza.
Corriamo tutto il giorno, di corsa sulle scale e poi immersi in un frastuono assordante che ci martella la testa e così poi non siamo neanche capaci di goderci il rumore del mare che si posa leggero sui sassolini.
Mi Piaci città vuota, mi piace il tuo odore, il tuo silenzio.
Mi piacciono i tuoi ricordi delle risate dei ragazzi all'uscita di scuola, amo il tuo abbraccio, la tua grandezza.
Ti amo città vuota, anche quando mi abbandoni lasciandomi sola su un muretto sporco  
e spigoloso.
Ti amo, anche quando mi fai male perché intrappoli con le tue braccia qualche povero diavolo che ti sbraita contro perché non ha nessuno se non te.
Ti amo città vuota estiva, finestra che si schiude e mi guarda con sospetto dal di dentro, vi amo gatto che corteggi la mia luna e rondini che sfrecciate allegre nel cielo blu.
E poi mi tradisci, d'inverno diventi d'improvviso insensibile, fredda e a volte non sei del tutto affidabile, riesci a fare paura quando così frenetica quasi non ti accorgi della mia esistenza.
Mi manchi città vuota quando le urla nervose dei passanti mi attanagliano lo stomaco, e mi manchi quando diventi caotica e sporca di giorno e crudele e buia di notte.
Dovresti smettere di continuare ad ingurgitare tutto ciò che incontri ancora ed ancora senza neanche chiedere cosa metti sotto i denti.
Dovresti smettere di sputare rifiuti ovunque e abbandonare nuvole del tuo fumo che mi intossica e mi toglie il respiro.
Vago per le strade che si intrecciano come grovigli di pensieri senza senso, e tu stai lì, ad attendere misteriosa e affascinante come sempre.

mercoledì 7 giugno 2017

A spasso con Kirby

A Spasso con Kirby
Siamo pronti e profumati per una nuova passeggiata.
Il bagnetto è fatto, il pelo spazzolato e i collarini appesi li sulla porta.
I miei tre cagnolini osservano spesso i guinzagli e pronti all'uso e per come li fissano sembrano quasi impegnarsi a volerli far muovere con la forza del pensiero.
Kirby mi guarda negli occhi cercando approvazione del fatto che tra breve la mia mano si convincerà a compiere il tanto anelato gesto.
Perché non prendi il guinzaglio sembra dirmi, ed il piccolo Harley da bravo cucciolo inizia a guaire sperando che non lo lasci in casa.
Nina(la cosiddetta Lupa) con i suoi 35 kg di morbidezza è già lì che scodinzola ansiosa.
Siamo pronti e appena mettiamo il muso fuori i miei tre bambini a pelo lungo sembrano sorridere.
Annusano i fiori e con le orecchie accarezzate dal tiepido venticello primaverile, sembrano con ogni sguardo che mi lanciano di tanto in tanto, ringraziarmi felici come dei bambini che giocano spensierati al parco giochi.
Passeggiando tranquilli e con lo sguardo dei classici cagnolini viziati, li guardo e mi viene in mente quel famoso giorno di Natale.
Eravamo in città e al caldo delle nostre mura domestiche ci apprestavamo a pranzare.
Focacce e antipasti erano già sulla tavola e il profumo di panettoni fatti in casa e dolcetti allo zenzero si diffondevano nell'aria facendoci pregustare una giornata di relax e gioie.
Era arrivata da due giorni Margot in casa, una cucciola di Maltese ( di mia sorella) bellissima e intelligentissima e tutte le attenzioni e il nostro stupore erano per lei.
Margot, la nipotina a pelo lungo di casa, la principessa morbida e bianca che ci avrebbe intrappolato tra le sue lunghe ciglia.
I bambini di casa piangevano, volevano un cagnolino anche loro, cosa che al momento non ritenevamo una possibilità nelle nostre vite.
D'improvviso suonano al campanello, è la vicina, " per caso il vostro cagnolino è scappato?"
Il nostro cagnolino? Fuggito?
" non abbiamo cagnolini"...
C'è un cucciolo sugli scalini di casa vostra, ci dice indaffarata e premurosa la signora Lia.
In un battibaleno ci precipitiamo veloci giù per le scale per andare a vedere con i nostri occhi di cosa si tratta.
È infreddolito, sporco, indolenzito e sembra molto debole a causa della fame.
È il piccolo Kirby , un pechinese imperiale che in questo momento di regale non ha proprio niente, anzi, gli manca il pelo in tutto il corpo e sembra essere malato e sofferente.
Mi guarda profondamente negli occhi, vuole capire, vuole sapere se si può fidare di noi.
Lo invitiamo ad entrare e la sua incertezza è il risultato di tutti i traumi che deve aver subìto.
Scodinzola nervoso e affaticato decide a testa bassa di entrare.
"Forse questa volta mi andrà meglio, forse ad un gesto  di carezza non  seguirà un colpo in testa o sul mio musetto"
I pensieri di Kirby si susseguono velocissimi come i battiti del suo cuoricino.
Ha una tristezza negli occhi che soltanto guardarlo disarma, colpevolizza solo per il fatto che un mio simile deve avergli fatto qualcosa di veramente brutto oltre ad averlo abbandonato.
Finalmente si rifocilla con una pappa calda e della buona acqua fresca.
È riconoscente, glielo leggo sul faccino, con il suo nasino nero a ciliegia e la boccuccia aperta che sembra sorridere e ringraziare.
Aveva una casa, una cuccia e quando la sua padroncina rientrava a casa dal lavoro, il cuore gli batteva forte e lei era tutto il suo mondo.
Amava fare con lei le passeggiate e farsi coccolare, spazzolare, fare il bagnetto e farsi profumare, ma la cosa più che amava di più in assoluto, il profumo della sua pappa preparata con dolcezza che gli smuoveva già il pancino vuoto.
"Con che amore mi prepara la pappa la mia padroncina, mi adora, non ci lasceremo mai."
Ma un giorno di tempesta, un giorno che di più brutti non poteva immaginare, il povero cagnolino era stato dal dottore, questo gli aveva diagnosticato un tumore ai testicoli e il suo bellissimo manto bianco aveva finito per cadergli in breve tempo.
La sua padrona lo aveva preparato come sempre per la passeggiata quella volta, che strano però, sembrava più tesa del solito, pareva sfuggire lo sguardo del suo amato cagnolino ed evitava di accarezzarlo e coccolarlo tra le sue braccia.
C'era stata una lunga discussione in casa con glia altri componenti del "branco" ma lui non ne aveva afferrato il significato, aveva solo capito che riguardava lui però.
Era lui l' oggetto della tanto animata discussione.
La guardava negli occhi mentre lei guidava velocemente senza porgergli neanche un sorriso.
Kirby pensava che era una gita a sorpresa, doveva necessariamente essere così, non conosceva il posto, gli odori gli erano del tutto nuovi.
Certo un posto strano per un picnic, non ci sono alberi, uccelli o farfalle da inseguire, solo molte auto e frastuono.
Lo aveva fatto scendere dall'auto, lo aveva accarezzato con le lacrime agli occhi e gli aveva detto di aspettare li che sarebbe tornata.
Aveva detto proprio così, stai buono piccolino, tornerò presto a prenderti e poi, senza più voltarsi indietro se n'era andata lasciandolo li.
Le ore erano trascorse ed anche la notte.
Non capiva cosa stesse accadendo, eppure lui era stato buono, aveva aspettato in silenzio e senza muoversi, così come gli aveva detto lei prima di andare via.
Forse aveva avuto un'emergenza, una distrazione per la quale lei si era dimenticata del suo migliore amico, del suo cagnolino.
Kirby non riusciva a capire, di lei nessuna traccia, non c'era il suo profumo nell'aria, e neanche il suo dolce timbro della voce.
Il suo pancino brontolava ed anche la notte stava già per colorare di blu il cielo.
Non può essere vero si diceva il piccolo cane, forse troverò un po' di acqua e qualcosa da assaggiare, mi sposterò poco, così quando lei tornerà mi troverà.
Iniziava a zoppicare e non riusciva a trovare nulla di familiare intorno a lui.
Ricordava qualche odore e gli sembrava di aver fatto quella stessa strada in auto ma le auto sfrecciavano e lui non si era mai trovato da solo in una grande città.
È Natale, forse un angioletto mi prenderà e mi farà trovare qualcuno che mi aiuti.
E andò proprio così, difficile a credersi ma quel giorno era per tutti noi l'inizio di una nuova vita, Babbo Natale ci aveva regalato un cagnolino fantastico che avrebbe riempito i nostri cuori di gioia e da quel momento come in una favola meravigliosa, tutti vissero felici e contenti.

lunedì 5 giugno 2017

Riflessioni lontane " in un Giorno Di Sole Qualunque "

Noi siamo così.
Siamo forti e non ci pieghiamo facilmente. A volte la vita ci porta dolori, problemi, ingiustizie, a volte ci dicono che siamo il sesso debole, ma lo sappiamo bene solo  noi che non è così, non siamo deboli, non siamo indifese, siamo semplicemente donne.
Forse siamo troppo ingenue a volte e tendiamo a fidarci e a perdonare, ci facciamo urlare contro, deridere e addirittura a volte riusciamo a perdonare se non ci sfiorano con un fiore  ma ci massacrano con dei calci.
Non so se la debolezza stia proprio nel perdonare o è la forza che sta nel riuscire a farlo.
Mi viene in mente il concerto di Manchester di ieri organizzato dopo i fatti degli ultimi attentati da Ariana Grande.
Ancora una donna, una ragazza di ventiquattro anni che nonostante tutto si rialza e canta di pace ed amore, che aldilà della giovane età è riuscita a coinvolgere Big della musica inglese, che certo, hanno anche agito per una giusta causa. Pensavo che forse poteva essere una buona propaganda per lei o per l'etichetta discografica un evento del genere, ma poi quell'atmosfera di ieri mi ha incantata, quelle lacrime di lei venivano giù dal cuore e non dal viso.
Se solo si riuscisse tramite la musica e per mezzo di chi ha la possibilità a far cambiare qualcosa in questo mondo.
Non è concepibile continuare a vivere pensando che da un  momento all'altro si può essere schiacciati come delle formiche mentre passeggi lungo il London Bridge.
Non piangeva solo Ariana ieri al concerto, piangevano migliaia di persone, di teenager, e le loro lacrime erano urla disperate di dolore per un mondo che si sono trovati così come era senza che nessuno lo avesse mai chiesto né voluto 
Ci sentiamo impotenti, questa è la verità, e forse lo siamo, ma che l'unione fa la forza è anche una grande verità.
In un Giorno Di Sole Qualunque 
E ancora si muore? Ancora si spara e gli attentati annientano i momenti di gioia puri, mortificano la vita.
In una giornata  di sole come questa mi ero preparata già all'idea di andare al concerto con lui, ci sarebbe stata  di certo la nostra canzone, quella di Ariana che fa "Let me love you"
I miei si sono convinti, finalmente questa sera mi manderanno da sola con lui, ho compiuto solo ieri 17 anni e mi sento pronta ad affrontare la vita come se fossi nata nuovamente, mi sento cresciuta, mi sento una donna.
Ieri mio padre ha cercato di convincermi a portare con me anche mio fratello più piccolo, ma mia madre per fortuna non è stata d'accordo.
Finalmente saremo soli io e lui, certo in mezzo a 20mila persone!
Mi sono fatta bella stasera ma ho preferito un abbigliamento semplice, un top bianco con delle paillettes azzurre e un paio di jeans strappati.
Ho indossato la collana che mi ha lasciato mia nonna prima di morire, la porto sempre con me.
C'è una splendida temperatura fuori e il profumo della primavera mi fa battere forte il cuore.
Andiamo con la metro, mano nella mano, ci fissiamo intensamente io e il mio ragazzo e noto che anche lui si è curato nei minimi dettagli con il gel nei capelli e la camicia bianca di cui ha lasciato sbottonati i primi due bottoni. 
Siamo in largo anticipo e la folla in treno ci preme .
Saremo stretti come sardine (in scatola tipica espressione antiquata di mia madre) all'Arena di Manchester, ma forse sarà più bello così, e avremo la scusa di tenerci stretti.  
Sono emozionata, si comincia a sentire il tipico fermento di quando allo stadio sta per cominciare la partita del cuore e finalmente sta per entrare il nostro idolo al concerto.Ariana Grande dopo ore di attesa 
È lei, eccola, la vedo da lontano tra la folla che spinge ed esulta.
È bellissima e le sue canzoni mi danno i brividi.
Il mio ragazzo mi tiene stretta quasi a proteggermi dal resto del mondo e tra le sue braccia la gente intorno sembra quasi non esistere .
Una splendida giornata questa, non la dimenticheremo mai per tutta la vita gli sussurro all'orecchio, mentre lui mi accarezza il viso e mi bacia.
La Musica vola alta nel cielo ed io all'improvviso mi sento come se stessi sospesa in aria. Sono emozionantissima, sta iniziando una nuova vita per me, ne sono sicura.
Certo, mi mancano i miei genitori e mio fratello e sono certa che anche se è un po' stancante il concerto, alla fine sarebbe piaciuto anche a loro.
Si sarebbero lamentati della confusione,  di noi giovani e della nostra maleducazione, ma la mamma sotto il suo cappello avrebbe riso orgogliosa di sua figlia innamorata della musica.
Ho comprato dei gadget per loro, due magliette ed un bracciale per quello scemo di mio fratello che troverò imbronciato al mio rientro.
La calca sta aumentando guidata dall'entusiasmo, il concerto è quasi finito e sembrano esserci urla di protesta. Avverto dei boati, forse dei fuochi di artificio, mi volto e per un attimo vedo stravolto lo sguardo di Tom, mi urla qualcosa ma si è allontanato risucchiato dalle persone ed io non riesco a sentirlo.
Voglio raggiungerlo a tutti i costi ma delle urla di orrore raggiungono prima me indebolendomi.
Non ci sento, non vedo più nulla, solo parte del  mio top bianco macchiato di rosso e i miei jeans che sembrano essere stati dilanianti da una belva.
Mi lascio cadere a terra, mi manca il respiro e credo di non sentire più i miei arti.
Tom urla e cerca di raggiungermi ma il fiume di gente che corre lo trascina.
La sua camicia strappata, l'ultima cosa che noto.



Era una splendida serata la nostra, un primo giorno di vita nuova, una calda serata di primavera ed ora, guardo tutto dall'alto come una mongolfiera, sospesa  immobile pronta per un lancio di sola andata...

martedì 30 maggio 2017

Politica Americana? Ma anche siciliana!

Dopo un anno di attesa ritorna il nostro amato House of Cards.
Si parla di giochi sporchi nella politica americana e la sceneggiatura è ad ogni stagione sempre più accattivante.
Ci hanno fatto battere il cuore Frank e Claire, soprattutto quando il presidente guardando in camera sembra attendere dal suo pubblico un cenno di approvazione e gratificazione per i suoi misfatti.
Seguendone le vicende che chiaramente sono in scala maggiore rispetto alle nostre non posso fare a meno di trovare delle similitudini con la nostra politica italiana, oltre che siciliana naturalmente.
Cambiano i personaggi, cambiano gli ambienti ma i giochi sporchi e i meccanismi che li definiscono sono molto simili.
Piccoli trabocchetti, inganni, ricatti, accordi sotterranei e pugnalate alla spalle.
I nostri politici oggi riescono a camuffarsi in grosse comari di quartiere che cercano di di affondarsi a vicenda.
Per non parlare del periodo che preannuncia le elezioni, i nostri politici sembrano fare concorrenza a grasse pettegole che armate di mestoli e coltelli da cucina, fanno il giro delle porte per accattivarsi qualche polletto al quale spennare quattro voti.
Promesse, voti di scambio, fantasie.
È così diffusa da noi questa mentalità che ormai la gente tiene stretto Il proprio voto regalandolo solo a chi prometterà un posto di lavoro in cambio, ma alla fine questa si accontenterà anche soltanto di ricevere cinquanta euro, meglio che niente!
Così ecco acquistati un nome e un cognome per pochi euro, ecco acquistata la dignità di una persona per una manciata di riso.
La colpa è anche nostra? Chi lo sa, forse, magari chi giudica facilmente non si è mai trovato a dover fare i conti con dei figli che rimangono a bocca asciutta per non avere in tavola un pezzo di pane che li possa sfamare.

Ieri guardavo il mio paese, sembrerebbe una bella cittadina sul mare quella di Mascali.

Potrebbe trovarsi anche in una buona posizione sia a livello turistico che commerciale, si respirava aria buona, i cibi sono genuini, e non c'è troppo smog.
Forse basterebbe poco per renderla un piccolo gioiello, in fondo si trova a pochi km da Taormina e il mare non ha nulla da invidiare a quello di giardini.
È stata oggetto di forti giochi politici e mafiosi Mascali, tanto da essere commissariata per diversi anni, ed ora che sembrava ci stessimo assestando perché finalmente esistevano un sindaco e una giunta  comunale, abbiamo iniziato a capire che molte cose non funzionano.
Ne avrei un elenco, però vi voglio regalare una carrellata di foto della piazzetta sotto casa mia e che da diversi giorni si trova nelle medesime condizioni,la rotonda di Padre Pio che il prete, le devote in realtà, di tanto in tanto puliscono armate di scopa e buona volontà.
Non c'è un parco a Mascali, solo qualche piazzetta con due alberi qua e là e tutti i cittadini che portiamo i nostri cani a passeggio tra questi quattro alberi, o quasi
tutti, in genere siamo forniti di sacchetti per escrementi, perché noi teniamo alla nostra salute e alla nostra terra.
E poi, con quello che paghiamo di spazzatura, vogliamo parlare della indifferenziata solo il venerdì?
Vi lascio alle immagini che con tristezza ho catturato ieri e auguro di cuore a tutti una  buona giornata.
Altro che Politica americana.....

lunedì 29 maggio 2017

Uomini e donne? meglio un canile!

Mi rifiuto di aprire google e trovare in pole position gente di cui fino a questo momento non conoscevo l'esistenza.
È colpa mia, sicuro, sono un'ignorante che non guarda Uomini e Donne e non conosce tutti i czz di Gemma Galbani e Giorgio Manetti.
Ma questi "over" davvero alla loro età non hanno di meglio da fare?
Dovevate venire in TV per credere di trovare la vostra anima gemella e poi spiattellare al mondo la vostra delusione?
Mi dico che non può essere che questi due risultano essere ai primissimi posti della classifica trend di google e decido di cercare informazioni più approfondite.
Così passo da un giornalaccio di gossip ad un'altro e mi rendo conto che molte persone da casa non hanno fatto altro per un anno che sperare che la coppia in questione  non scoppiasse e che ci fosse un lieto fine.
Dello stesso avviso non sarà stata la De Filippi (sempre lei, la stessa di amici) che avrà sperato invece in un colpo di scena che potesse sollevare ancora una volta l'audience.
Invece ahimè la coppia è scoppiata lasciando nello sgomento e nella delusione tutti i fan dei due.
Non so se la colpa è di chi va al programma o di chi lo segue, se non altro, chi va, lo fa  per motivi di egocentrismo o di carriera ( sperando magari a 60 anni di essere scoperti prima o poi da un talent scout) E poi probabilmente finisce pure per crederci.
Leggo ancora e cosa trovo? Che molti incluso l'opinionista Sperti ( chi cavolo é?) sono convinti che in fondo Gemma sia ancora innamorata di lui nonostante dichiari di essere interessata ad un altro uomo in sala.
Così si aprono le danze e si discute del perché, per cosa, e quando.
Mentre alcune persone si sbattono la testa per capire come sopravvivere e si impegnano nel loro lavoro per produrre anche una società migliore, il problema di oggi è comprendere se Giorgio perdona Emma oppure no.( per cosa? )
La dama comunque non si arrende e pare avere già adocchiato un altro fortunato ( o sfortunato, dipende dai punti di vista) e allora, venghino venghino signori, ce n'è per tutti!!
Io, per quanto mi riguarda, preferisco stare a guardare i miei cani anziché trasmissioni demenziali e degradanti come queste, almeno loro, sono intelligenti.

Quella stronza di Vera Blanche

La festa è appena cominciata e il profumo di champagne frizza l'aria estiva della sera.
Mi sento molto elegante e a mio agio e colgo gli sguardi delle altre sulla mia pelle lucida e levigata come quella di una ragazzina.
Questa sera ci saranno tutti i personaggi più importante del cinema.
Glamour e brillantini ne definiscono la qualità.
Si è  vero, sembro sempre una ragazza superficiale ma voi che mi conoscete bene sapete che non è proprio così.
Il fatto è che se non amassi il mio lavoro d'attrice, l'eleganza e le feste, non mi chiamerei Melissa Wood.
Mentre sogno ad occhi aperti e aspetto di vedere ancora una volta lui che mi sorride da lontano in giacca e cravatta, non capisco cosa sta per accadere, o almeno, forse lo me ne accorgo troppo tardi.
Mi giro che già mi rendo conto da di chi proviene quella voce stridula ed assordante, é sempre lei, quell'oca di Vera Blanche.
Sempre la solita  con le sue risa sguaiate che trattiene appena e con le sue lunghe gambe da giraffa.
Decido di non farmi vedere, non ho voglia di darle sazio del fatto che tutti, e dico proprio tutti, si sono fermati a bocca aperta a guardarla appena arrivata sulla soglia della porta.
Veste una minigonna attillata corta e un top scollato nero ricco di perline e paillettes colorate.
I suoi tacchi sono altissimi e la collana raccoglie un pendente che quando si muove le scende proprio tra  i seni appena nudi
Mi sento avvampare da un'onda calda che mi annebbia la vista.
La mia cagnolina si nasconde nella borsetta a tracolla che ho comprato luccicante e sobria per questa occasione, trema quasi come uno dei dalmata della carica dei centouno quando sente che sta per arrivare Crudelia Demon.
La mia maltese, glielo dico sempre che ogni tanto si dovrebbe trasformare in un dobermann., pare essere feroce solo con chi non lo merita affatto
Vera Blanche si gira e cerca con lo sguardo qualcuno su cui poter sfoderare un bel gossip da taglia e cuci con i suoi occhi ardenti e la sua grande bocca.
Che rabbia.
Decido di accovacciarmi dietro il buffet degli aperitivi e il cameriere troppo preso dalle richieste degli avventori non si accorge neanche della mia presenza.
" e ditemi, si è vista stasera l'attricetta?" le sento dire al gruppo di oche che le fanno da spalla mentre Vera sorseggia il suo champagne
A chi si rivolge? Non vorrei si riferisca proprio a me
Cerco di avvicinarmi per sentire meglio ed è lì che al solito ne combino una delle mie.
Cammino china a quattro piedi, scanso prima un cameriere e poi un sommelier facendo zig zag dietro le loro spalle, ma ecco che d'improvviso, uno che dovrebbe essere il capo sala si inserisce in una postazione provvisoria al tavolo e non vedendomi, quando indietreggia, cade al contrario scavalcandomi la schiena come se fossi un tavolino .
Lancia un urlo, ed anche io, Margot abbaia, il poveretto non capisce da subito cosa sia successo, ma appena comprende il fattaccio e la sua dinamica, si trasforma in un mostro a quattro teste con denti aguzzi e inizia a sbraitarmi contro.
Reggeva un vassoio di piccoli antipasti assortiti che sono finiti in aria fin dentro il reggiseno di una signora anziana agghindata a festa.
Enrico è ancora lì al bancone interno che sorseggia il suo caffè ma si desta dalla sua attenzione di quella stronzetta a causa del frastuono di cui io sono stata l'artefice.
Il tempo sembra essersi fermato, tutti mi guardano e il gruppo femminile starnazza, Vera deride soddisfatta ,e rivolgendosi ad Enrico lo prende sotto braccio per farsi accompagnare alla hall della sala ricevimenti causa un impellente inizio di mal di testa per causa mia.
Che brutta figura, sono rossa e tutta sudata, sfilo dalla confusione, un tacco rotto, non è giornata.
Attacco gli auricolari alle orecchie, la musica sparata a fondo e la mia serata deve ancora cominciare.
Mi infilo sul primo bus che passa, alzo ancora il volume e la canzone dei "Black eyed peas" where is the love, mi accompagna per una nuova avventura.
È già l'alba e comincia un altro #lunedì ma con i pensieri che m scorrono nelle vene vago in giro senza meta per la città che si risveglia anche se in realtà  #sonoAltrove.

giovedì 25 maggio 2017

Città sotto assedio?

Città blindata per un grande evento.
" oggi non si cammina, stanno pulendo le strade della città " mi dice un'amica questa mattina
Le strade di Catania? Di mattina?
"Si, stanno anche facendo delle manutenzioni vicino il porto.
Manutenzioni? "Ne sei certa?
Io ho trovato tantissimi militari in giro che facevano accurati controlli.
Militari? Controlli? La stazione è piena più di forze dell'ordine che di passeggeri.
Rifletto.
Pulizia, ordine.... ma...ci deve essere qualcosa che non funziona per "funzionare" tutto così bene.
Ma certo! Non c'è mica solo Taormina con il suo G7!
Domani anche Catania sarà al centro dell'attenzione per un magico evento!
Ma chi poteva credere che il monastero dei Benedettini veniva chiuso e NON per eventi di manutenzione straordinaria?
Ma chi la porta Melania Trump a visitare il convento? Vero che per l'appuntamento con il Papa ha indossato un abito che sembra quasi da clausura, ma bloccare l'intera città per la Signora americana, mi sembra un po' eccessivo.
Per non parlare di Taormina, gente che non entra e che non esce se non con apposito badge di riconoscimento che è stato rilasciato anche ai bambini, e guai a perderlo, perché i residenti si potrebbero trovare buttati fuori dalla loro città senza alcuna possibilità di soluzione qualora lo dovessero smarrire.
Non so se questa storia del G7 porterà qualcosa di diverso e se davvero poche ore basteranno ai grandi leader mondiali per discutere temi delicati come quello della Siria, dei migranti, della Korea e chi più ne ha, più ne metta.
Noi, i siciliani, indigeni di una terra di accoglienza, persone che viviamo e sopravviviamo passandola franca anche nelle situazioni più complesse, noi che quando andiamo all'estero facciamo comunella con i nostri connazionali e che per noi i connazionali sono i siciliani e non gli italiani.
Noi siciliani che quando siamo in viaggio e qualcuno ci spiega una nostra ricetta ci sentiamo feriti nell' orgoglio se ci accorgiamo che è sbagliata perché mancano le acciughe o la ricotta.
Chi poteva dirlo che avremmo dovuto calare la testa e farci  blindare la nostra libertà da un tizio che al pari di Berlusconi porta un probabile parrucchino ( non lo sapremo mai) e guarda il sedere delle donne?
Insomma, mi chiedo il siciliano medio, quello dai buoni propositi che magari è una vita che lavora nei campi e che il suo motto è " fatti i cazzi tuoi che campi cento anni", che incontro ravvicinato del terzo tipo potrebbe avere con Trump?
Caro Trump, noi siamo persone per bene, colte, grandi lavoratori, anche quando il nostro lavoro è ai limiti della legalità, anche quando invece è del tutto illegale.
Siamo grandi lavoratoti.
Noi siamo gente comune che non ha mai chiuso la porta in faccia a nessuno.
Noi siamo quelli che davvero accogliamo gli immigrati mentre voi del G7 ve la discutete a tavola seduti davanti ad aperitivi e acqua con le bollicine.
I grandi sette, i magnifici sette ( secondo me vi chiamate così solo perché siete degli egocentrici) per quale c..zz di motivo  Il budget assegnato alla “Delegazione per l’organizzazione della presidenza del G7” è di 37,5 milioni di euro, di cui circa 12,4 per il vertice di Taormina?
Insomma, è vero, forse non posso comprendere, non mi avete messo al corrente, non mi avete informato del perché ci sono voluti tanti soldi, ma credo che domandarselo sia lecito.
Sarebbe stato bello se oltre a fare il giro turistico, avreste incontrato anche qualche rappresentante della nostra cultura, così, tanto per farci sentire partecipi ed ospitali e per non utilizzare e basta le nostre bellezze a proprio uso e consumo.
Detto questo, sappiate che il nostro mondo nonostante la vostra presenza, continua ad andare avanti e che in mezzo ad armi e tute mimetiche c'è ancora qualcuno che dal basso del suo G37 continua ugualmente a parlare di poesia.
Complimenti ad Antonio Presti!


mercoledì 24 maggio 2017

Il nostro caro Flavio Insinna

Flavietto Flavietto mio cosa mi combini. 
Tu così gentile ed educato, tu faccia pulita che incanti Landini e tutti gli italiani.
A cena quando ci sei tu in TV rendi nostri i piatti più gustosi e dal piatto anche i tristi fagiolini sembrano sorriderci.
Hai la faccia da bravo ragazzo, è vero, ma così tanto bravo che fuggi dalla mente delle casalinghe ogni pensiero malsano gli si possa insinuare mentre queste felici corrono alla  porta quando il marito rientra a casa stanco dal lavoro.
E tu dispensatore di pace e amore cosa fai? Vai a chiamare nana la concorrente che prima avevi abbracciato e coccolato e parli della gente comune umiliandola come se fossero tutti dei minorati mentali?  
Ma poi dai, paragonarli a "figli di un Dio minore".....
Ma hai visto la faccia del concorrente con il cappello da gnomo nel periodo Natalizio?
Lo hai sconvolto, spiazzato!
E hai visto la tua? ....
Capisco che i mestieri dello spettacolo possono dare alla testa e che si può soffrire di una malattia molto diffusa che è la mania dell'onnipotenza, ma proprio tu tesoro, che solo pochi giorni prima avevi parlato di buoni sentimenti e giustizia ed eri riuscito a infinocchiare un intera popolazione (avevi anche ricevuto una targa dal nostro presidente della repubblica)
Mi sa che questa volta caro il mio Flavio il pacco sorpresa quelli di "Striscia la notizia" l'hanno dato a te e che dentro ci hai trovato una magra figura,altro che cena con il notaio!
 Meno male Flavietto che sei un italiano, perché se fossi stato in Francia penso che ti avrebbero mandato a casa e senza neanche farti fiatare.

martedì 23 maggio 2017

Manchester: Un giorno di sole qualunque

E ancora si muore? Ancora si spara e gli attentati annientano i momenti di gioia puri, mortificano la vita.
In una giornata  di sole come questa mi ero preparata già all'idea di andare al concerto con lui, ci sarebbe stata  di certo la nostra canzone, quella di Ariana che fa "Let me love you"
I miei si sono convinti, finalmente questa sera mi manderanno da sola con lui, ho compiuto solo ieri 17 anni e mi sento pronta ad affrontare la vita come se fossi nata nuovamente, mi sento cresciuta, mi sento una donna.
Ieri mio padre ha cercato di convincermi a portare con me anche mio fratello più piccolo, ma mia madre per fortuna non è stata d'accordo.
Finalmente saremo soli io e lui, certo in mezzo a 20mila persone!
Mi sono fatta bella stasera ma ho preferito un abbigliamento semplice, un top bianco con delle paillettes azzurre e un paio di jeans strappati.
Ho indossato la collana che mi ha lasciato mia nonna prima di morire, la porto sempre con me.
C'è una splendida temperatura fuori e il profumo della primavera mi fa battere forte il cuore.
Andiamo con la metro, mano nella mano, ci fissiamo intensamente io e il mio ragazzo e noto che anche lui si è curato nei minimi dettagli con il gel nei capelli e la camicia bianca di cui ha lasciato sbottonati i primi due bottoni. 
Siamo in largo anticipo e la folla in treno ci preme .
Saremo stretti come sardine (in scatola tipica espressione antiquata di mia madre) all'Arena di Manchester, ma forse sarà più bello così, e avremo la scusa di tenerci stretti.  
Sono emozionata, si comincia a sentire il tipico fermento di quando allo stadio sta per cominciare la partita del cuore e finalmente sta per entrare il nostro idolo al concerto.Ariana Grande dopo ore di attesa 
È lei, eccola, la vedo da lontano tra la folla che spinge ed esulta.
È bellissima e le sue canzoni mi danno i brividi.
Il mio ragazzo mi tiene stretta quasi a proteggermi dal resto del mondo e tra le sue braccia la gente intorno sembra quasi non esistere .
Una splendida giornata questa, non la dimenticheremo mai per tutta la vita gli sussurro all'orecchio, mentre lui mi accarezza il viso e mi bacia.
La Musica vola alta nel cielo ed io all'improvviso mi sento come se stessi sospesa in aria. Sono emozionantissima, sta iniziando una nuova vita per me, ne sono sicura.
Certo, mi mancano i miei genitori e mio fratello e sono certa che anche se è un po' stancante il concerto, alla fine sarebbe piaciuto anche a loro.
Si sarebbero lamentati della confusione,  di noi giovani e della nostra maleducazione, ma la mamma sotto il suo cappello avrebbe riso orgogliosa di sua figlia innamorata della musica.
Ho comprato dei gadget per loro, due magliette ed un bracciale per quello scemo di mio fratello che troverò imbronciato al mio rientro.
La calca sta aumentando guidata dall'entusiasmo, il concerto è quasi finito e sembrano esserci urla di protesta. Avverto dei boati, forse dei fuochi di artificio, mi volto e per un attimo vedo stravolto lo sguardo di Tom, mi urla qualcosa ma si è allontanato risucchiato dalle persone ed io non riesco a sentirlo.
Voglio raggiungerlo a tutti i costi ma delle urla di orrore raggiungono prima me indebolendomi.
Non ci sento, non vedo più nulla, solo parte del  mio top bianco macchiato di rosso e i miei jeans che sembrano essere stati dilanianti da una belva.
Mi lascio cadere a terra, mi manca il respiro e credo di non sentire più i miei arti.
Tom urla e cerca di raggiungermi ma il fiume di gente che corre lo trascina.
La sua camicia strappata, l'ultima cosa che noto.

Era una splendida serata la nostra, un primo giorno di vita nuova, una calda serata di primavera ed ora, guardo tutto dall'alto come una mongolfiera, sospesa  immobile pronta per un lancio di sola andata...

Riflessioni in treno

Avrei voluto procedere ancora, il mio treno, lo stesso che ogni mattina mi dondola fino in città, oggi non lo avrei voluto lasciare 
Quanti momenti, risate, dolori può custodite un treno.
Non finisce mai di assorbire e di ingurgitare tutto ciò che le persone gli vomitano addosso ogni giorno e lui ignaro le trattiene, le trasforma contenendole in un lungo viaggio senza arrivo.
Riflettevo mentre stavo completando il libro di Haruky Murakami (l'incolore Tazaki Tsukuro e i suoi anni di pellegrinaggio)
Il protagonista costruisce stazioni e le progetta in modo da essere più comode e accessibili possibili.
Li dove le persone e i destini si incrociano, là dove la vita sembra scorrere troppo frenetica.
Ho scoperto degli occhi, in realtà ho fatto fatica ad incrociarli perché lui li teneva bassi, mi ha evitato, ha aggirato l'ostacolo.
Io con la mia gonnellina giallo estate e il top di pizzo bianco truccata in modo leggero ma con il mio rossetto Mac rosso acceso, e lui invece, lui vestito di stracci e di fuliggine nera, la sua testa bassa e il passo lento di chi non ha più fretta.
Per un attimo le nostre vite si sono sfiorate, quanti pensieri, quante illusioni quali progetti.
Mi guarda appena, non gli interesso, non ha importanza nulla di ciò che può riguardare la mia vita e neanche la sua.
Penserà la stessa cosa di me mi dico, i suoi occhi sono spenti, gelidi, come quando sopravviene la morte e mancano pochi secondi all'ultimo respiro.
Mi angoscia, così mi scanso e mi allontano. Mi sposto, mi tolgo dal mezzo, levo il disturbo.
Sono entrata nel suo mondo, mi sono sentita un invasore, un giudice.
È tutto un attimo e mille pensieri mi affollano la mente.
Lo cerco ancora e non lo trovo nella mia visuale fino a quando ad un tratto mi giro e vedendolo dietro le mie spalle quasi salto in aria come un ladro sorpreso all'improvviso a rubare.
È un attimo, lui mi guarda e vedendomi sussultare dalla paura mi regala un meraviglioso sorriso rassicurante che dai suoi pochi denti sprizza tutta la gioia di quell'istante e chissà di quanti altri momenti in cui invece la gioia l'ha repressa perché non avrà ritenuto opportuno esprimerla.
Si volta per tornare al suo 
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giaciglio, i suoi cartoni, lo seguo con lo sguardo, lui, i suoi tre cani ben addestrati e la loro voglia di vivere e di lottare.
Grazie signor sconosciuto per avermi donato un sorriso di quello vero, puro e sincero. 
Sono tornata a cercarti poco dopo, ne sarebbe valsa la pena, ma tu te ne eri già andato e li su quel piccolo povero posto di carta solo una bottiglia e una latta di mangiare per cani. 


lunedì 22 maggio 2017

La bella Belen

Il sole splende alto, da un giorno intero gli uccellini hanno ripreso a cantare per diverse ore di seguito .
Mi guardo intorno senza grandi riflessioni, le persone ridono, piangono, agiscono e ogni loro atteggiamento esterna in ogni caso un modo di essere.
Mentre si discute troppo su Trump e l'incontro in Arabia Saudita -gli ha venduto milioni di dollari di armi- qualcuno abbozza con una faccia da pagliaccio e, quando ancora in Siria si muore, il problema sembra ancora girare attorno a come ha trascorso il suo tempo al bar Belen con la sua Hater.
Hater, ma che c... di significato può avere? Cosa può essere una Hater? Una che attacca virtualmente un personaggio famoso, una star, una disgraziata qualunque?
Basta il termine odio a definire un personaggio? E perché Belen non incontra una lover?
Il problema non è che esista chi si lascia definire "una che odia"  ma è l'importanza che gli si dà.
Gironzolavo per le stradine delle stazione e immersa nei colori della gente, Il mio IPad stonava canzoni anni ottanta che mi ripercorrevano vibrazioni e ricordi di momenti ormai quasi sbiaditi, mi godevo il momento ma all'improvviso mi tornava in mente ancora lei con tette e sedere in bella mostra che poveraccia aveva, ad un certo punto della sua esistenza, dovuto farsene una ragione.
Qualcuno su questo pianeta la odiava.
Non avrà mica pensato la bella Belen che tutte le donne, anche le più bruttine l'avrebbero amata incondizionatamente?
Non avrà davvero creduto che mostrandosi nuda su Instagram avrebbe persuaso di buoni sentimenti l'intero pianeta?
Buoni o no che siano, cara Belen, i sentimenti che scateni potrebbero non essere all'altezza di ciò che si definisce una vera donna, perché sai, a mostrar tette e culo siamo tutte brave e di più belle di te, ce ne sono nel mondo.
Vero è però che forse sono davvero in pochissime a lasciarsi definire tr.....anche qualora lo fossero soltanto con il proprio ragazzo.
Non vogliono essere riflessioni puramente femminili o a favore delle donne in modo incondizionato ma, mi chiedo, hai mai provato a mettere due parole insieme? Hai mai  cercato di formulare un pensiero per provare a comunicarlo? Non mi stai antipatica e ti reputo anche una persona molto intelligente, oltre al fatto che sei davvero una bella donna, ma chissà, magari da una come te, ci si può aspettare qualcosa in più che non sia solo quello di mostrare a Sanremo la tua farfalla colorata stampata sull'inguine.
L'intelligenza non sarà glamour ma di certo una volta che si ha non può spiegare le ali per volare via.... 

Pasta al forno

Le belle giornate ci fanno venir voglia di un rilassante picnic tra i boschi.
Il problema rimane sempre quello di capire cosa poter preparare di comodo come prima che non sia la solita insalata di riso.
La pasta al forno semplice è buona anche da mangiare fredda però è importante rispettare la cottura per non farla scuocere.
Vi consiglio di preparare il ragù il giorno prima e di conservarlo in frigorifero sia per diminuire i tempi di preparazione trovandoselo pronto, ma anche per evitare che usato molto caldo scuocia la pasta che avrete invece scolato molto al dente.

Ricetta per 10 persone

Il Ragù:
 Ingredienti
- gr 800 di carne tritata mista maiale e manzo 
-kg 1 di pasta (preferibilmente rigatoni che trattengono meglio il sugo)
- 1 scatola di concentrato di pomodoro da gr 400
-2 bottiglie grandi di passata semplice-due cipolle dorate grosse

Per condirla:

-gr 300 di caciotta fresca 
-gr 150 di grana o parmigiano grattugiato

Se si desidera si possono aggiungere dei fiocchi di ricotta sparsi, qualche melanzana fritta o preparare addirittura per i più golosi della besciamelle.


preparazione:

-Sbucciate le due cipolle e tagliatele a rondelle molto sottili.
-Rosolatele con dell'olio extra vergine di oliva fino a dorarle completamente
-aggiungete il tritato e mescolandolo insieme alle cipolle fatelo cuocere completamente (come se lo doveste consumare così) Attenzione a non farlo attaccare o asciugare troppo
-appena siete pronti aggiungete il concentrato di pomodoro insieme a un po' di acqua (potete utilizzare la latta stessa del concentrato, riempitela a metà e aggiungetela)
-aspettate qualche minuto e unite le due bottiglie di passata di pomodoro
-aggiungete ora del sale(quanto basta) e un cucchiaio di zucchero

il segreto per una buona riuscita di una pasta al forno indimenticabile sta nella preparazione del ragù e nella cottura della pasta.
Per quanto riguarda il ragù vi consiglio di lasciarlo cuocere nel fornello più piccolo e al minimo per almeno un'ora in modo da dare il  tempo alla salsa di insaporirsi bene.
Nel frattempo potete procedere a tagliare la caciotta a cubetti e se volete a friggere delle striscioline di melanzana.
 Quando il ragù pronto fatelo raffreddare completamente preferibilmente facendogli raggiungere una temperatura da frigorifero.

La Pasta in teglia

-Prendete una pentola molto grande in modo da cuocere un kg di pasta in abbondante acqua senza farla attaccare.
-Fate cuocere la pasta due minuti e mezzo in meno del previsto ( i rigatoni in media stanno 10 minuti e vanno invece scolati al massimo dopo otto minuti)
-appena scolate la pasta premuratevi a distribuirla nelle teglie e cospargetela prima possibile con il ragù ben freddo che ne bloccherà la continuazione della cottura dovuta alla temperatura alta.
-Mescolateci così la caciotta e le cercate di organizzare in modo elegante le melanzane a strisce che avete precedentemente fritto.
-A questo punto aggiungete il parmigiano cercando di formare uno strato in superficie che una volta gratinato donerà al piatto una doratura croccante.

Avete la vostra pasta al forno semplice, facile e veloce da gustare calda comodamente a tavola o anche fredda all'aria aperta.

Buon appetito!



sabato 20 maggio 2017

Volare o cadere giù a picco?

Certo che questa volta Morandi il compagno di viaggio l'ha proprio scelto bene.
Rovazzi e il titolo Volare formano un binomio di sicuro successo.
Si potrebbe pensare che Morandi è così popolare che non ne avrebbe avuto bisogno, ma uno come lui che ha interpretato grandi canzoni d'amore e dai buoni propositi, (si che posso capirlo insieme a Baglioni o al mitico Lucio Dalla), aveva davvero voglia di parlare di cani che vanno in vacanza e di sacchetti per vomitare durante il volo?
E continua a dire che i giovani di oggi non li comprende, e ci credo, se no, non avrebbe cantato con Rovazzi.
Ti ho sempre amato profondamente Gianni, anche quando con la tua semplicità hai cantato di latte che a passo con i tempi hai trasformato in banane e lamponi.
Sei diventato un "capitano Coraggioso, hai presentato Sanremo e hai regalato tantissimo del tuo tempo ai tuoi fan su Facebook tanto da spingere la tua povera moglie Anna a tramare alle tue spalle per organizzare addirittura  una trappola per allontanarti dai social.
Quella trappola se ho ben capito è Rovazzi.
Certo mi sfugge il meccanismo per cui tua moglie che ti adora ha pensato di punirti con una cosa così cattiva e di pessimo gusto.
Credo che il "padre" di Rovazzi  in punto di morte si sia sbagliato non mi fraintendete, che suo figlio si sia fatto odiare potrebbe anche essere vero (magari a prescindere dal suo successo) ma che Morandi è l'unica persona che non si possa odiare sembra proprio quasi un invito a farlo.
E allora Gianni mi spieghi bene perché lo hai fatto? davvero per tua moglie Anna? Per sentirti più giovane? per i soldi? E soprattutto mi dici perché sul più bello mentre stai per dire l'unica frase decente della canzone demente e parli di Rovazzi mi cambi coglione con cognome?
Dovrebbe far ridere? Piangere? Riflettere? Disturbare?
Mi hai disorientata Gianni perché ho sempre avuto dei punti fermi nella mia vita ed uno di questi eri tu, un pilastro della canzone italiana.
Ora, dopo che l'hai fatta grossa mi sento come un palloncino pieno di elio attaccato ad un filo ma senza la manina di un bambino che lo tiene e lo ammira.
Ma se io mi sento così, chissà il povero Claudio Baglioni come ci sarà rimasto male...lui, che ha creduto tanto nel vostro progetto e pensava che insieme avreste navigato lontano in mari ed oceani capitani di una grande avventura....
Ma altro che volare, altro che avventura, per quanto la canzone si presta ad essere il classico tormentone estivo, ti rendi conto che tu e Rovazzi sembrate due sprovveduti?
Non ce l'ho nemmeno con Fabio, che magari non mi sta proprio a genio (mi ha sballato il cervello con la sua continua smania di andare a comandare o forse sono proprio i suoi baffetti che non mi calano giù) ma lui si che forse questa l'ha azzeccata nuovamente e la sua canzone lo farà volare...
in vetta alle classifiche....!
Se vogliamo guardare da un altro punto di vista, non è male l'idea di volerti immergere in un mondo di giovani e comunicare a modo loro anche con una "canzone stonata" o che stona....
Avete beccato in giro tantissimi personaggi e vip della rete e questo la dice lunga, ma sono certa che tantissima altra gente avrà apprezzato il vostro lavoro, la canzonetta niente male che si fischietta in auto o sotto la doccia.
Non esiste un paragone con i tuoi grandi successi e non lo posso fare, ma vuoi mettere che ad una come me che ama la musica e conosce bene quella italiana, una cosa del genere potrebbe causare problemi esistenziali?
Per il resto forse mi dovrei anche congratulare per la grande energia che regali a chi ti ascolta e ti vede felice accanto a Rovazzi.
Ti preferivo prima, ma, se il mio cuore spera, non sarà solo una chimera.....
Ciao Gianni e Buona Vita!



venerdì 19 maggio 2017

Muse il ritorno del cambiamento.

Voleva parlare di lotta e cambiamento Matt Bellamy , leader dei Muse, mentre scriveva il loro ultimo singolo.
L'idea pare nascere dalla forte convinzione che ognuno di noi può contrastare la negatività, e se lo vuole, anche cambiare il mondo.
Un messaggio di positività che invoglia a cercare la strada giusta che allontana dalla tenebre.
Eppure a proposito di tenebre e lasciando i buoni propositi di Matt, sfido chiunque di noi a non ricordare con la colonna sonora di Twilight il bel visino malato di Robert Pattinson nelle vesti del seducente vampiro da cui almeno una volta nella vita ogni donna  avrebbe voluto farsi succhiare il collo.
Bel lontano dall'idea del classico vampiro dell'immaginario colletivo, Dracula, che a confronto con Edward Cullen si riduce ad essere soltanto il più sfigato dei vampiri.
Poveraccio il Conte che dopo aver impiegato più di centocinquanta anni per  conquistare il primato di sanguinaria creatura della notte, ha dovuto rinchiudersi triste ed umiliato nella sua scomoda bara , a dispetto dei Cullen che invece se la spassano vivendo in una casa di lusso circondati da amici e spazi verdi, e perché no, anche da belle ragazze.
Che poi le mangino o meno le loro vittime in quella famiglia non ha grande importanza se non per quanto riguarda quell'ingenua stonata di Belle( Kristen Stewart) che ha impiegato settimane prima di capire di essere in grave pericolo.
Ma lei no però, nonostante questo la nostra eroina ha insistito ad amoreggiare con il bello e maledetto Edward credendo di uscirne da subito indenne e senza accorgersi che inizialmente le sue intenzioni non erano del tutto buone, ma che quella "buona" in tal caso era proprio lei, la sua preda.
Ma ora cara Belle mi chiedo, visto che Twilight è ambientato nella penisola dello stato di Washington (che è uno dei più popolosi stati americani) e  che lui, (il vampiro ) è davvero un bel ragazzo, ma in mezzo a milioni di persone proprio con lui dovevi andarti a fare la scampagnata?
Oltre questo sei anche recidiva, perché non posso proprio credere che, tutta sola ed in cerca di amicizia carissima la mia Belle, invece di prenderti un cagnolino da compagnia, con chi ti sei andata a invischiare per fare amicizia? Con un lupo, anzi no, che dico, con un lupo mannaro!
E come se non bastasse hai inizato una relazione anche con lui.
Così non vale Belle e io inizio a pensare con l'andar del tempo che dietro il tuo dolce visino e gli occhioni intensi con cui ci hai catturato si nasconde forse una ragazza malata di mente alla ricerca di nuove sfide emotive.
Che dire ancora, la saga l'ho vista tutta e in fin dei conti non era poi troppo male, però una cosa devo dirla, la colonna sonora dei Muse ci ha incatenati allo schermo ed è impossibile non riconoscere che in questo caso ha davvero fatto almeno la metà metà dell'opera!



giovedì 18 maggio 2017

cheesecake pandistelle e nutella :una ricetta deliziosa e veloce

L'estate si avvicina e invece della torta gelato, un'ottina alternativa è la cheesecake ai pandistelle e nutella.
io l'ho fatta e oltre ad averla conservata in freezer ed consumata all'occorrenza, ha mantenuto il gusto e la consistenza in modo perfetto) è piaciuta a grandi e piccoli.


Ingredienti per dieci persone

per la base-

gr  250 di pan di stelle
gr 100 di burro

per la crema al formaggio-

gr 400 di mascarpone
gr 300 di philadelphia
ml 150 di panna per dolci 
gr 150 di zucchero
1 bustina di vanillina
una manciata di pan di stelle da sbriciolare in mezzo alla crema per rendere il composto croccante

-Iniziare prendendo i biscotti per la base e tritarli finemente in un mixer fino ad ottenere una polvere
-aggiungete il burro fuso, mescolate in modo omogeneo e trasferite il composto in una teglia da 22 cm di diametro e compattatelo con le mani fino a formare uno strato ben solido che metterete in frigo per almeno 30 minuti o in freezer per circa 20 minuti
-mescolate il mascarpone, la philadelphia , lo zucchero e la vanillina fino a formare una crema densa
-aggiungete i pan di stelle quanto basta per rendere il composto croccante e consistente
-montate la panna e unitela alla crema di formaggio
versate infine la crema sulla base della torta amalgamandone lo spessore con un cucchiaio di legno
- versate cinque cucchiai di nutella facendo in modo con la forchetta di cospargerla in modo equilibrato e formando delle onde decorative
-mettete a raffreddare in frigorifero o in freezer senza però congelarla prima di servirla
( non ho utilizzato colla di pesce perchè inserendo i biscotti all'interno della crema, la cheesecake viene già solida e compatta soprattutto se ben fredda)
se ne avete voglia cospargete sopra un po' di cacao amaro per dare il contrasto al dolce della nutella

e così la cheesecake veloce alla nutella è pronta!
buon appetito!