mercoledì 7 giugno 2017

A spasso con Kirby

A Spasso con Kirby
Siamo pronti e profumati per una nuova passeggiata.
Il bagnetto è fatto, il pelo spazzolato e i collarini appesi li sulla porta.
I miei tre cagnolini osservano spesso i guinzagli e pronti all'uso e per come li fissano sembrano quasi impegnarsi a volerli far muovere con la forza del pensiero.
Kirby mi guarda negli occhi cercando approvazione del fatto che tra breve la mia mano si convincerà a compiere il tanto anelato gesto.
Perché non prendi il guinzaglio sembra dirmi, ed il piccolo Harley da bravo cucciolo inizia a guaire sperando che non lo lasci in casa.
Nina(la cosiddetta Lupa) con i suoi 35 kg di morbidezza è già lì che scodinzola ansiosa.
Siamo pronti e appena mettiamo il muso fuori i miei tre bambini a pelo lungo sembrano sorridere.
Annusano i fiori e con le orecchie accarezzate dal tiepido venticello primaverile, sembrano con ogni sguardo che mi lanciano di tanto in tanto, ringraziarmi felici come dei bambini che giocano spensierati al parco giochi.
Passeggiando tranquilli e con lo sguardo dei classici cagnolini viziati, li guardo e mi viene in mente quel famoso giorno di Natale.
Eravamo in città e al caldo delle nostre mura domestiche ci apprestavamo a pranzare.
Focacce e antipasti erano già sulla tavola e il profumo di panettoni fatti in casa e dolcetti allo zenzero si diffondevano nell'aria facendoci pregustare una giornata di relax e gioie.
Era arrivata da due giorni Margot in casa, una cucciola di Maltese ( di mia sorella) bellissima e intelligentissima e tutte le attenzioni e il nostro stupore erano per lei.
Margot, la nipotina a pelo lungo di casa, la principessa morbida e bianca che ci avrebbe intrappolato tra le sue lunghe ciglia.
I bambini di casa piangevano, volevano un cagnolino anche loro, cosa che al momento non ritenevamo una possibilità nelle nostre vite.
D'improvviso suonano al campanello, è la vicina, " per caso il vostro cagnolino è scappato?"
Il nostro cagnolino? Fuggito?
" non abbiamo cagnolini"...
C'è un cucciolo sugli scalini di casa vostra, ci dice indaffarata e premurosa la signora Lia.
In un battibaleno ci precipitiamo veloci giù per le scale per andare a vedere con i nostri occhi di cosa si tratta.
È infreddolito, sporco, indolenzito e sembra molto debole a causa della fame.
È il piccolo Kirby , un pechinese imperiale che in questo momento di regale non ha proprio niente, anzi, gli manca il pelo in tutto il corpo e sembra essere malato e sofferente.
Mi guarda profondamente negli occhi, vuole capire, vuole sapere se si può fidare di noi.
Lo invitiamo ad entrare e la sua incertezza è il risultato di tutti i traumi che deve aver subìto.
Scodinzola nervoso e affaticato decide a testa bassa di entrare.
"Forse questa volta mi andrà meglio, forse ad un gesto  di carezza non  seguirà un colpo in testa o sul mio musetto"
I pensieri di Kirby si susseguono velocissimi come i battiti del suo cuoricino.
Ha una tristezza negli occhi che soltanto guardarlo disarma, colpevolizza solo per il fatto che un mio simile deve avergli fatto qualcosa di veramente brutto oltre ad averlo abbandonato.
Finalmente si rifocilla con una pappa calda e della buona acqua fresca.
È riconoscente, glielo leggo sul faccino, con il suo nasino nero a ciliegia e la boccuccia aperta che sembra sorridere e ringraziare.
Aveva una casa, una cuccia e quando la sua padroncina rientrava a casa dal lavoro, il cuore gli batteva forte e lei era tutto il suo mondo.
Amava fare con lei le passeggiate e farsi coccolare, spazzolare, fare il bagnetto e farsi profumare, ma la cosa più che amava di più in assoluto, il profumo della sua pappa preparata con dolcezza che gli smuoveva già il pancino vuoto.
"Con che amore mi prepara la pappa la mia padroncina, mi adora, non ci lasceremo mai."
Ma un giorno di tempesta, un giorno che di più brutti non poteva immaginare, il povero cagnolino era stato dal dottore, questo gli aveva diagnosticato un tumore ai testicoli e il suo bellissimo manto bianco aveva finito per cadergli in breve tempo.
La sua padrona lo aveva preparato come sempre per la passeggiata quella volta, che strano però, sembrava più tesa del solito, pareva sfuggire lo sguardo del suo amato cagnolino ed evitava di accarezzarlo e coccolarlo tra le sue braccia.
C'era stata una lunga discussione in casa con glia altri componenti del "branco" ma lui non ne aveva afferrato il significato, aveva solo capito che riguardava lui però.
Era lui l' oggetto della tanto animata discussione.
La guardava negli occhi mentre lei guidava velocemente senza porgergli neanche un sorriso.
Kirby pensava che era una gita a sorpresa, doveva necessariamente essere così, non conosceva il posto, gli odori gli erano del tutto nuovi.
Certo un posto strano per un picnic, non ci sono alberi, uccelli o farfalle da inseguire, solo molte auto e frastuono.
Lo aveva fatto scendere dall'auto, lo aveva accarezzato con le lacrime agli occhi e gli aveva detto di aspettare li che sarebbe tornata.
Aveva detto proprio così, stai buono piccolino, tornerò presto a prenderti e poi, senza più voltarsi indietro se n'era andata lasciandolo li.
Le ore erano trascorse ed anche la notte.
Non capiva cosa stesse accadendo, eppure lui era stato buono, aveva aspettato in silenzio e senza muoversi, così come gli aveva detto lei prima di andare via.
Forse aveva avuto un'emergenza, una distrazione per la quale lei si era dimenticata del suo migliore amico, del suo cagnolino.
Kirby non riusciva a capire, di lei nessuna traccia, non c'era il suo profumo nell'aria, e neanche il suo dolce timbro della voce.
Il suo pancino brontolava ed anche la notte stava già per colorare di blu il cielo.
Non può essere vero si diceva il piccolo cane, forse troverò un po' di acqua e qualcosa da assaggiare, mi sposterò poco, così quando lei tornerà mi troverà.
Iniziava a zoppicare e non riusciva a trovare nulla di familiare intorno a lui.
Ricordava qualche odore e gli sembrava di aver fatto quella stessa strada in auto ma le auto sfrecciavano e lui non si era mai trovato da solo in una grande città.
È Natale, forse un angioletto mi prenderà e mi farà trovare qualcuno che mi aiuti.
E andò proprio così, difficile a credersi ma quel giorno era per tutti noi l'inizio di una nuova vita, Babbo Natale ci aveva regalato un cagnolino fantastico che avrebbe riempito i nostri cuori di gioia e da quel momento come in una favola meravigliosa, tutti vissero felici e contenti.

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