Un brevissimo racconto della vita di Melissa, non contenuto nel romanzo "Quello che so di te" e idealmente dedicato a Gianni Morandi.
Buona lettura.
E' una serata fredda, e nel mio animo si è rabbuiata tutta la gioia che
avevo raccolto negli ultimi mesi.
Ne sono quasi certa, ho visto bene i loro occhi e i loro sguardi
d'intesa questa sera a cena.
Mi ha riaccompagnato a casa, nella nostra casa, inventandomi una scusa
tra le più banali che abbia mai sentito e cioè che il suo amico Carlo ha una
forte febbre e si trova solo in casa perché è anche appena stato mollato da sua
moglie.
Non ricordava nemmeno di avermi detto un mese fa che Carlo e Patrizia
stavano divorziando ed era già andato da lui per una situazione analoga a
questa.
Ho fatto finta di niente, chiaro.
Cosa dovrei dire a Luke? Dovrei urlargli in faccia che sto soffrendo?
dovrei gridargli che sono gelosa pazza della mia migliore amica e di lui?
Farei la figura di un'ingenua se lui ammettesse tutto e mi sentirei
come la più stupida tra le ragazze che partecipa ad un concorso di bellezza
nonostante sappia benissimo che le proprie misure sfiorano a mala pena gli
standard di ammissione alla gara.
La rabbia mi rode e lo stomaco mi si attorciglia come se dentro un
cappio lo tirasse, mentre le immagini della serata appena trascorsa non mi
consolano per niente.
Mi siedo sul divano a riflettere mentre aspetto di sentire la chiave
nel portone che gira.
Ho lasciato quasi tutta la cena e a parte qualche sorriso del
cameriere nel portare via i miei piatti immacolati con il pollo talmente
intatto da sembrare quasi vivo, ho ricevuto solo qualche parola da Delia (la
mia migliore amica per l'appunto) e dal suo fidanzato attuale che avrà già
mangiato la foglia e anche l'albero sulla ipotesi di una loro relazione.
I due stronzi, per non farla troppo sporca, hanno ogni tanto avuto
degli atteggiamenti carini con me e soprattutto, quando siamo arrivati al
dolce, hanno avuto il coraggio di dividerselo solo perché a Delia non piaceva
il suo Tiramisù e Luke da vero galantuomo le aveva offerto di assaggiare la sua
cheesecake ai frutti di bosco.
Hanno divorato di tutto e ho visto bene che in certi momenti scambiavano
inavvertitamente la loro forchettina che, giuro, avrei voluto prendere e
infilzare nelle loro mani all'improvviso con tutte le mie forze.
L'orologio batte l'una e il mio nervosismo è placato solo
dall'entusiasmo che mi viene all'improvviso di metter su un po' di musica.
Guardo tra i mille brani a disposizione sul mio iPod collegato allo
stereo e, tra la musica straniera e i tantissimi cantanti italiani, scelgo
proprio una canzone che sembra sia scritta proprio per me da Gianni Morandi,
così sparo lo stereo al massimo nonostante l'orario e mi godo l'intramontabile
“Banane e Lamponi”.
Chissà, mi chiedo, se quando Gianni l'ha scritta anche lui ha provato
tutte le sensazioni che mi travolgono il cuore e la mente questa notte.
Certo, forse in quel caso quando poi le è tornata, era davvero, come
dice la canzone, stata con le amiche... “hanno tutte dei problemi”.
Tra donne è facile che ci si incontri per una innocente cena, noi
siamo molto amiche, molto psicologhe, molto mamme, insomma, i nostri uomini sembrano
accettare serenamente le nostre uscite senza vedere alcunché di male che si
dirami sottobanco.
Ma se sono gli uomini ad uscire per una birra, insomma, apriti cielo,
e cominciamo con tutte le nostre malignità ed insicurezze che alla fine ci
convinciamo di avere accanto non un compagno ma un nemico meschino e traditore.
Insomma, perché mai un uomo dovrebbe sentire il bisogno di incontrare
i suoi simili se non per andare all'“acchiappo” di ragazze?
Ma chi dovrebbe mai credere che un uomo possa decidere di voler
consolare un suo simile perché abbandonato dalla propria donna senza pensare di
portarlo a divertirsi con altre?
Insomma, vi è mai capitato di dare uno sguardo in giro su internet ai
blog al femminile?
Se si va a leggere qua e là sembra di essere atterrati in un nuovo
mondo, in un altro pianeta popolato soltanto dal genere femminile dove però l'unico
scopo è capire bene quali sono le tecniche per studiare, controllare e
accalappiare quell'essere tanto strano e spesso incomprensibile soprannominato
genericamente: UOMO.
Intendiamoci bene, non è che UOMO non abbia dei talenti o non sia
affascinante, anzi, noi donne ne siamo fortemente attratte e appunto facciamo
di tutto per piacergli, e vogliamo stare così tanto con lui che spesso siamo
disposte a lottare tra noi, tirarci i capelli, farci dispetti e addirittura a
subire torture atroci come la ceretta.
Ma il problema è uno, UOMO spesso è distratto, è preso dal lavoro e
gli piace essere molto socievole tanto che quando arriva nel nostro mondo
femminile il più delle volte si perde come una farfalla che, presa dai mille
colori che la circondano, non sa su quale fiore posarsi e così finisce spesso
per sceglierne tanti.
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